La Sorella di Caino e Abele

Il male ed il bene.
Caino ed Abele.
Tutti voi, in voi, avete diviso il male dal bene, ed in tutti voi esistono concetti che avete, prima definito, e poi stabilito, come "male" o come "bene".
Ma questo vostro giudicare "buono" o "cattivo", a quali insegnamenti primordiali si riconduce?
I parametri che usate per distinguere il male dal bene, da dove arrivano? Come li avete costruiti?
E... tali parametri... li avete costruiti voi, oppure qualcun altro li ha a voi imposti senza il vostro consenso e senza che voi neppure ve ne siate accorti?
Infatti voi sapete a vostro modo giudicare e sentenziare "male" o "bene" un qualcosa, sapete anche il perché, ma non sapete il perché di questo "perché"!

Uccidere è male, e se siete di questo parere, vi dite che il perché di questo vostro concetto consta nel rispetto per la vita altrui.
Ma perché voi avete questa visuale delle cose in merito a tal cosa, mentre altri non l'hanno affatto?
Perché voi giudicate che la vita altrui vada rispettata, ed altri invece non giudicano di pari vostro?
Dire che è ovvio, logico e giusto, non spiega il perché voi la pensiate in questo modo ed altri invece la pensino in modo diverso, cioè in opposto.
Se qualcuno infatti uccide, significa che non ha pari rispetto per la vita altrui come voi.
E perché c'è chi non possiede questo pari vostro rispetto per la vita altrui?
Dire che così ha scelto, è una risposta di vostro comodo, perché indagare sulla vera natura del perché di tale differenza, costa sacrificio nella ricerca, e veramente molto coraggio, perché bisogna mettere in dubbio l'essere detentori di una veritá ovvia ed innegabile.
Meglio infatti dirsi: "Io ho ragione ed ho scelto così perché sono dalla parte dei buoni, mentre chi non la pensa come me è dalla parte dei cattivi, ed è egli che così ha scelto e non mi interessa sapere del perché egli così ha scelto".

Dunque, se voi vi ritenete tra i "buoni", vi considerate "figli" di Abele, mentre chi non la pensa come voi, pensate abbia scelto essere "figlio" di Caino.

Ed io vi domando: "Ma siete veramente così sicuri di essere dalla parte dei buoni?".
E se vi dicessi che anche voi siete dalla parte dei cattivi, cosa pensereste di tale mia affermazione?
Io vi dico, che Abele è pari a Caino, e che se vi ritenete dei buoni, siete pari ai cattivi.

Abele infatti offrì in dono al Signore alcuni degli animali che possedeva in qualità di pastore, mentre Caino offrì al Signore i frutti della terra che coltivava in qualità di agricoltore.
Ed avvenne che il Signore Jahvé meglio apprezzò i doni di Abele rispetto a quelli di Caino, ed avvenne che Caino se ne ebbe a male, e per gelosia uccise il fratello Abele.

Dunque, Caino divenne per il genere umano il cattivo, ed Abele il buono.
Ma or vi chiedo: perché Abele, se veramente fu uomo di animo buono e puro, non disse al Signore queste parole?: "Signore, io non comprendo il motivo per cui hai preferito i miei doni a quelli di mio fratello, ma ecco, io ho veduto mio fratello offeso e geloso verso me a motivo della tua predilezione dei miei doni a scapito di quelli di mio fratello. Ecco Signore! Ti prego! Io non posso mettermi a giudizio verso le tue preferenze, ma ti chiedo di accettare anche i doni di mio fratello Caino, poiché io so egli essersi offeso, e poiché amo mio fratello, io soffro nel vedere tale sua incomprensione, tale sua gelosia, tale sua invidia. Io non desidero che in mio fratello nascano cattivi sentimenti ed idee cattive, e dunque ti supplico di accettare anche i doni di mio fratello Caino, che non tutto comprende, non tutto sa giudicare realmente, a motivo del suo difetto in spirito. Ed io amandolo, non voglio che egli per causa dei suoi cattivi sentimenti possa operare scelte cattive o possa non comprendere. E se la mia preghiera di accettare anche i suoi doni non dovesse essere di tuo gradimento, mio Signore allora umilmente ti chiedo di spiegarne a me ed a mio fratello Caino i motivi, affinché la prossima volta anche i doni di mio fratello possano essere di tuo gradimento".

Se Abele avesse veramente amato suo fratello Caino, avrebbe così parlato al Signore, perché se veramente Abele fosse stato di animo buono e giusto, avrebbe notato la differenza operata dal Signore fra egli ed il fratello, preoccupandosi di ristabilire un giusto equilibrio umano fra se e suo fratello.
Colui che è realmente puro, realmente in veritá, realmente giusto, sempre si accorge delle sofferenze, delle incomprensioni e dei cattivi sentimenti che possono scaturire in chi non è pari suo, ed opera per amore verso costui affinché ciò non avvenga, o per porvi rimedio.
Colui infatti che è veramente buono e giusto, accorgendosi dei cattivi sentimenti di un suo fratello, agisce in modo tale che codesti non buoni sentimenti trovino circostanze tali, affinché non evolvano in peggio, ma anzi, chi è buono e giusto si adopererà affinché il buono dei sentimenti subentri al cattivo.
Questo perché, colui che è realmente buono e giusto, ama il suo prossimo come se stesso, e per lui desidera il pari di quanto è per egli stesso.
Colui che ama il suo prossimo, è attento affinché il suo prossimo non cada in errore, ed a volte, l'errore del suo prossimo, è dettato proprio dalla sua stessa indifferenza.
Infatti, il vostro prossimo è il vostro fratello, lo sconosciuto ed anche il nemico; non io affermo questo, ma il Cristo in cui dite di credere.

Se dunque Abele non si accorse delle incomprensioni e delle sofferenze in animo del fratello Caino dalle quali poi ne scaturì l'azione omicida, Abele non fu particolarmente attento nell'amare il fratello.
Ed infatti, coloro che si ritengono giusti, non si pongono in attenzione verso coloro che ritengono non giusti, lasciando questi ultimi alle loro cattive azioni ed alle loro conseguenti colpe, cattive azioni queste, che poi si ripercuotono proprio verso coloro che si considerano essere "buoni", esattamente come avvenne per Abele e Caino.

E dunque coloro che si ritengono buoni e giusti, si isolano fra essi a destra, usufruendo delle cattive azioni di coloro che contro essi stessi operano, per trovare conferma alla loro convinzione di essere realmente fra i buoni ed i giusti.
E coloro che sanno di non essere buoni e giusti, che si sono posti a sinistra, continuano nelle loro azioni cattive proprio a motivo di questo distacco ed isolamento che coloro che si ritengono giusti operano verso i cattivi, innalzandosi coloro che si ritengono giusti, verso i non giusti, ed acclamandosi martiri e testimoni della verità.
Colui che è a sinistra dunque persevera nelle sue azioni contro chi è a destra a motivo della sua incompletezza in spirito, generata da invidia  e gelosia, scaturente dalla non attenzione di coloro che sono a destra e che si isolano da chi è a sinistra, ignorando il Comandamento Nuovo ed Unico del Cristo, il quale afferma di amare anche il proprio loro stesso nemico, accorgendosi delle loro imperfezioni in spirito, e sminuendosi innanzi a loro invece di esaltarsi come testimoni della parte buona e giusta.

Dunque vi sono uomini "Caino" a sinistra che sono governati da sentimenti di invidia e gelosia più forti delle loro coscienze, che operano il male.
E vi sono uomini "Abele" a destra, che sono governati da sentimenti di indifferenza e superiorità più forti delle loro coscienze, che esse operando in loro, fanno sì che essi stessi si discostino dai fratelli Caino a sinistra, ritenendosi in verità a motivo delle cattive azioni che gli uomini "Caino" operano contro loro.

Ma fra Caino ed Abele, v'è la sorella "Verità", che ponendosi fra i due fratelli che non si comprendono, e prendendoli per mano, li riconcilia e spiega loro le reciproche colpe.

Sorella Verità è in questi ultimi tempi giunta fra gli uomini Abele e chiede loro di incontrarsi con i più difficili fratelli Caino.
Senza sorella Verità, Abele non potrà mai comprendere la sofferenza di Caino dalla quale ne scaturì l'indole omicida, e senza sorella Verità, Caino non potrà mai comprendere la buona fede di Abele, che ha però distolto le sue attenzioni in amore verso il fratello più difficile e bisognoso di amore, dimenticandosi del Comandamento Nuovo ed Unico.


Vi è stata raccontata la storia dell'umanità come di un "Caino" e di un "Abele", ponendo il Caino a sinistra e l'Abele a destra, e mai vi è stato detto che invece esiste una sorella "Verità" che si trova fra i due fratelli a testimonianza di una realtà diversa e sconosciuta.

L'inganno è stato proprio questo: non parlarvi della sorella di Caino ed Abele.
Infatti, voi percepite la realtà in cui vivete, come di due forze opposte che perennemente si combattono; il bene ed il male.
Avviene dunque per effetto di tale inganno, che se una certa qualsiasi cosa viene da un uomo percepita e definita come male e da egli stesso rifiutata, egli si reputa di contro conseguentemente nel bene, poiché rifiutando e condannando quella certa cosa da lui stesso definita male, per sua logica deduzione si ritiene gloriosamente nel bene, proprio a motivo di tale concetto dualistico.
Ed infatti l'uomo si dice: "Poiché vi è solo bene e male e poiché il male lo identifico in quanto io rifiuto, allora io che rifiuto il male sono nel bene, e quanto io accetto è tutto bene".
Ed in questo falso ed ingannevole giudizio, egli non considera se stesso nell'errore, poiché reputa errore soltanto quanto egli ha definito errore, rifiutandolo, ed ignorando la terza possibilità, cioè quella Sorella Verità che è posta fra quanto l'uomo definisce bene o male.
Dunque, il sistema vitale terreno e la realtà in cui l'uomo vive, non è una dimensione dualistica, ma trialistica: la verità rimane al centro irremovibile e statica, mentre intorno gli girano i due poli opposti che arbitrariamente gli uomini hanno definito e definiscono di volta in volta male o bene, ed ognuno di coloro che si trova in uno di questi poli opposti, definisce l'altro polo come il male, minimizzando o ignorando quanto di male invece vi è in se stesso e nel proprio polo.
In realtà ogni polo è sia bene che male, e tutti coloro che giacciono nel proprio polo, sono talmente impegnati nel condannare il polo opposto come male, da non accorgersi che fra i due poli vi è Sorella Verità,


A voi, il coraggio e la capacità di capire chi è sorella Verità, e dunque a voi, il merito di riscrivere la storia della divina creazione come essa è di fatto avvenuta.
A voi comprendere di ogni verità come di una verità che è per metà Caino e per l'altra metà Abele, e che le due verità relative trovano esaudimento delle loro ragioni, così come al contempo devono trovare le comprensioni alle ragioni della parte opposta; questo se entrambe si affidano alla amorevole Sapienza di sorella "Verità", che è nel mezzo ed ama al pari il fratello difficile e debole "Caino", come il fratello presuntuoso ed indifferente "Abele".

Agli eletti è stata posta innanzi tale sfida.
Se siete tra gli eletti, oltre ad aver compreso, opererete in aiuto a sorella Verità.


Non giudicate chi fra voi sia Caino e chi invece Abele.
Agite affinché voi vi riconosciate come Caino ed al contempo vi riconosciate come Abele, considerando ognuno della parte opposta come Abele, e non come Caino.
Dunque, imparate a giudicarvi sia come un Caino, sia come un Abele, ed imparate a considerare colui che considerate Caino, come un Abele.



Commenti

Re Artù ha detto…
In realtà a parer mio m on si dovrebbe porsi ne come Caino ne ch ome Abele in quanto, in maniera opposta, ognuno è di parte e comunque di fronte a un "dualismo?"....
Cancellare il passato per guardare con un un'unica ottica il futuro
ANGELO ha detto…
SIccOME non sono un ROBOT e se non comPRENDO disubbidisco. Cioè FACCIO come chi è GRADIto al padre, sacrificando CHI mi è più CARO, TI CHIEDO:

Perché a Dio ha dato più fastiDIO quello che hANNO combiNATO i GENItori risPETTO a quello che ha fATTO secondo GENIto, essendo nato per primo?

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